La cucina e le tradizioni enogastronomiche, in genere, sono l’amalgama perfetta delle influenze che le diverse culture che si sono avvicendate hanno avuto su un luogo. La Sicilia, crocevia di culture, presenta un panorama estremamente variegato di tradizioni gastronomiche. La tavola in Sicilia rappresenta il luogo d’introspezione delle diverse civiltà che si sono succedute sull’isola. Le cose buone , portate a tavola da ogni civiltà, sono state perpetuate secolo dopo secolo contribuendo, come sempre avviene nella storia dell’uomo, ad intrecciare il mito con la tradizione e la storia.La cucina non è soltanto l’arte del mangiar bene, ma soprattutto espressione di creatività, tradizioni sociali e culturali, insomma il ritratto di un popolo nel suo tempo. Alcune pietanze, poi, sono il simbolo, esse stesse, di una razza.
Così avviene per gli spaghetti e le pizze, gli hot dog e gli hamburger o il cous cous. In Sicilia la cucina viene divisa , in base all’origine, in tre tipologie diverse: la patrizia o baronale, quella popolare o di reinvenzione e quella di strada o dei “Buffittieri” come venivano chiamati un tempo. Questo termine, chiaramente derivante dal francese “buffet” dà già l’idea di cosa stiamo parlando e di come vengano consumati questi folkloristici pasti veloci per le vie di città siciliane come Palermo. Di qualsiasi periodo e/o dominazione si parli, occorre precisare che i siciliani da sempre hanno mantenuto una propria identità appropriandosi, dopo averli opportunamente scremati, di alcuni aspetti dell’arte, delle tradizioni e della cultura degli invasori. Ed è così che i viaggiatori d’ogni tempo hanno apprezzato l’isola siciliana per la splendida natura, l’arte, la cultura, il clima………….la tavola.
Possiamo ricostruire il ricettario siciliano proprio ripercorrendo la storia dell’isola. Ad iniziare dalla dominazione greca, i nostri antichi colonizzatori promossero nell’isola l’arte e la scienza ed introdussero i cibi più caratteristici della loro terra d’origine: le olive, la ricotta salata e il miele e il vino. Al giorno d’oggi, i vini siciliani sono prodotti e conosciuti a tutto il mondo.
I Romani crearono i latifondi ed utilizzarono l’isola come granaio del loro impero. In cucina portarono il maccu: purea di fave insaporite con erbe aromatiche;le seppie ripiene; le cipolle al forno; la pasta con il riquagghiu, cioè con un condimento di uova sbattute, prezzemolo e formaggio che ricorda molto da vicino la classica ‘carbonara’ romana.
Tra gli ingredienti di base portati nell’isola dagli arabi ricordiamo il riso, lo zucchero, le spezie e le mandorle. Goti e Bizantini ci inebriano con droghe orientali, formaggi piccanti, salse con bottarghe di tonno e profumati dolci. Gli arabi,abilissimi giardinieri,profumarono le nostre campagne di aranci dolci e mandarini. Ed è chiaramente derivato dalla tradizione araba il cous cous, una zuppa di pesce tipica di Trapani a base di farina di semola.
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