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Trapani

Mentre Monte San Giuliano, l’antica Erix sacra, spunta dalla nebbia e s’innalza al sole con la sua corona di torri, austera, massiccia, brullo, solitario quasi a somigliare ad una fiera accovacciata a guardia del mare che s’incurva ai suoi piedi. Trapani splende lungo il suo lido falcato con i suoi mulini e i rettangoli delle saline che un tempo si spingevano, senza soluzione di continuità, fino a Capo Boeo, dove occhieggia il porto di Allah, la Marsala garibaldina dei giorni nostri. Di fronte emergono, stagliandosi nell’azzurro cielo contornate dal mare turchese dal quale emergono, le isole Egadi. Con questa breve premessa vogliamo dare una descrizione che solo in parte può dare l’idea della magnificenza dei paesaggi che offre la natura di questi posti. Trapani, anticamente Drepanon, Drepana o Drepanum è come un’immensa prora sporgente tra l’Africano e il Tirreno, baciata da tutti i venti e circonfusa dalla luce riflessa dalle bianche saline e dall’azzurro del mare che, all’orizzonte, diventa tutt’uno con il cielo. Dal lato di mezzogiorno la falce si spinge fino a Lilibeo, mentre da tramontana la spiaggia s’incurva fino alla ex tonnara di S. Giuliano, proseguendo per Pizzolungo per arrivare, quindi, al tondeggiante Monte Cofano (riserva naturale) che chiude il mare come in un lago. Una perla, San Vito Lo Capo, segna il limite ultimo dell’arco sinuoso. Sulla doppia falce, Trapani pare veramente un aculeo, se così suona l’antichissimo nome fenicio Darhan, un aculeo che ha la punta nella quadrata torre Ligny, che segna il confine di due mari che, tra mille spruzzi e schiuma bianchissima, si confondono e diventano un tutt’uno. Ciò quasi a sottolineare,  come in  una metafora della storia della città, il connubio tra le diverse culture delle due sponde del Mediterraneo. Culture che in percentuale diverse, come gli ingredienti di un piatto importante, hanno contribuito a formare la tipicità della Trapani dei giorni nostri.

 

La bellezza di Trapani è nel mare, che offre al turista uno spettacolo divino. In certe giornate pare che a migliaia le rose, come per uno strano miracolo, vi si sfoglino e diventino vele bianche, rosse, arancioni, azzurre che tremano accarezzate dal vento. Il lazzaretto, rotondo come in un tempio, la Colombaia e l’Ospizio solenni e grandiosi, emergono dal mare mentre il faro, di fronte, s’innalza sullo scoglio del Buon Consiglio. Nell’antichità diverse immigrazioni si susseguirono nella zona di Trapani, nel tempo in cui i Siculi dominavano la parte orientale della Sicilia e i Sicani erano rimasti sulle alture dell’occaso. Furono i punici che diedero l’impronta commerciale al sito eleggendolo Emporio di Erice. Drepanum acquistò importanza solo nel 260 a.c., quando accolse gli ericini trasportativi da Amilcare vittorioso. Partigiana dei Cartaginesi, cui era legata da vincoli di razza e di interessi, venne liberata da Aderbale dall’assedio del console romano P. Claudio Pulcro (249 a.c.). Successivamente, cadute sotto il dominio romano, Erice, Lilibeo e Panormo, anch’essa fu vinta, quando Lutazio Catulo sconfisse nelle acque delle isole Egadi la flotta Cartaginese. La pace fu conclusa nell’isola sacra di Marettimo e Drepanum divenne città consolare, ma perse importanza, in quanto tutto il traffico commerciale venne assorbito dalla vicina Lilibeo. Durante la dominazione romana (336 a.c. ) si stabilirono a Trapani gli Ebrei che, trovandosi bene, crebbero straordinariamente in numero. Essi fondarono ed abitarono il quartiere che poi prese il nome della Giudecca. Quando la Sicilia passò in ordine ai Bizantini, ai Goti, ai Saraceni ed ai normanni, Trapani seguì la sorte delle altre città. Città sempre dall’indole calma e tranquilla, riacquistò potenza e ricchezza nel periodo delle crociate, poiché nel suo porto convenivano tutte le navi che partivano per la Terra Santa.

 

Fu mal tollerato il governo degli Angioini e Trapani, tra le prime città siciliane aderì, ribellandosi, alla rivoluzione del Vespro. Con gli Aragonesi, Trapani ebbe un periodo di massimo splendore, Fu unica con Messina a poter aprire consolati in Tunisi. La  rivoluzione del 1830 non la turbò minimamente, ma dal ‘48 al ‘60 partecipò attivamente dando un contributo di eroismo e sacrificio tanto da meritarsi la medaglia d’oro.

 

Nel 1860 Trapani contribuì in maniera determinante alla spedizione dei mille. Dal 1860, tra alti e bassi, Trapani ha seguito le sorti dell’Italia unita monarchica e repubblicana. Negli ultimi anni sta avendo un forte rilancio legato soprattutto al turismo e alla valorizzazione del suo mare.

Ci sono parecchi monumenti e opere d’arte da scoprire a Trapani, soprattutto presso il centro storico, ma non solo. Infatti, merita una visita la basilica della SS. Annunziata ed il Museo Pepoli dove sono raccolte numerose collezioni ed opere d’arte. Per gli stessi trapanesi la città vera è la vecchia, quella per intenderci che si sviluppa dalla torre di Ligny fino a via garibaldi, la villa Margherita e piazza V. Emanuele. È la famosa falce protesa sul mare, ed il mare stesso, ad avere sempre il posto d’onore in tutti gli scorci di paesaggio. Il mare appare da tutti i punti, attraverso le antiche viuzze strette che intersecano la via principale.

 


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